Nel cuore di Addis Abeba, lo scorso Aprile all’interno del centro professionale Don Bosco di Mekanissa, si è svolta un’esperienza formativa unica che ha coniugato arte, inclusione e creatività. In questo contesto ho avuto l’onore di ideare e condurre un corso intensivo di animazione digitale, parte integrante del progetto “Melkam – Oltre i confini della disabilità”.
Il cortometraggio racconta la vera storia di Melkam Minuwuyelet, una donna etiope non vedente dalla nascita. Costretta a lasciare la scuola a 15 anni a causa di povertà e di un matrimonio forzato, ha trascorso anni dedicandosi alla famiglia senza poter lavorare. Poi, a 31 anni, grazie a un corso di formazione inclusiva in tessitura, ha intrapreso una straordinaria trasformazione: da beneficiaria a tessitrice esperta e rispettata, capace di sostenere sé stessa e la sua famiglia allargata.
Il progetto nasce all’interno di I LEAD – Job Placement through Accessible Education and Digitization, promosso dal VIS – Volontariato Internazionale per lo Sviluppo e finanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo. L’iniziativa sostiene l’accesso alla formazione professionale, al lavoro e all’inclusione sociale per persone con disabilità e giovani vulnerabili in diverse zone dell’Etiopia.
Durante il corso al Don Bosco TVET College di Mekanissa, ho avuto il piacere di lavorare con giovani studenti e studentesse straordinari, che sin dal primo momento si sono mostrati coinvolti con energia e curiosità. Hanno dedicato tempo e impegno allo studio approfondito della sceneggiatura scritta da Daniela Cono e Alessandra Fierro, analizzando con attenzione ogni passaggio narrativo per trasformarlo in immagini vive. La loro capacità di interpretare la storia con sensibilità e rigore ha portato alla creazione di storyboard precisi e coinvolgenti, contribuendo in modo diretto alla qualità della narrazione visiva.
Il loro lavoro non si è limitato alla tecnica: grazie alla conoscenza profonda del contesto locale, hanno arricchito il cortometraggio con colori, atmosfere e dettagli autenticamente etiopi. Ogni disegno, ogni schizzo, ogni confronto collettivo ha contribuito a costruire ambientazioni credibili e piene di vita. Molti dei materiali prodotti durante il laboratorio sono stati effettivamente utilizzati nel progetto finale, a dimostrazione del livello di impegno e qualità raggiunto.

Il materiale sviluppato è diventato la base creativa per il cortometraggio realizzato da un team in Italia: Daniela Cono ha curato la direzione artistica, animazione, montaggio e mix audio; la sceneggiatura è stata firmata da Daniela e Alessandra Fierro, che ha anche realizzato le illustrazioni; per gli effetti visivi ha collaborato Luigi Vetrani. L’opera racconta la disabilità non come un limite, ma come una dimensione dell’umano capace di convivere con creatività e autodeterminazione.

Durante la preparazione del corto, ho avuto anche l’opportunità di realizzare personalmente un’intervista a Melkam, registrata durante il corso a Mekanissa. Attraverso il suo racconto, è emersa con chiarezza la determinazione con cui ha affrontato le difficoltà della sua vita e la forza silenziosa che l’ha portata a reinventarsi, diventando un esempio di riscatto e autonomia. La sua testimonianza ha arricchito il progetto, offrendo un prezioso punto di vista diretto.
Il cortometraggio e l’intervista sono stati presentati in anteprima al Giffoni Film Festival 2025, riscuotendo grande attenzione e partecipazione. L’evento è stato arricchito dalla presenza di Daniele Cassioli, campione paralimpico e testimonial del progetto, e da un collegamento in diretta da Addis Abeba con il team del VIS. Successivamente, il corto è stato trasmesso su RAI 3, all’interno del programma O Anche No, lo scorso 3 agosto, raggiungendo un pubblico ancora più ampio.
Questa esperienza non è stata per me solo un progetto professionale, ma un vero percorso umano e creativo. Insegnare animazione in un contesto come quello di Mekanissa ha significato molto più che trasmettere competenze: ha voluto dire accogliere, ascoltare e costruire insieme. Gli studenti non sono stati semplici partecipanti, ma autori consapevoli di un racconto collettivo, che ha saputo dare voce, dignità e bellezza a una storia di resilienza, speranza e cambiamento.
Un grazie sincero al VIS – Volontariato Internazionale per lo Sviluppo per avermi reso partecipe di questo straordinario progetto e per il lavoro quotidiano a favore dell’inclusione e della formazione.








